Kaay Lekk, Viens Manger

due video di 40 min. proiettati in sequenza ciclica

Rifletto sull’implicazione del corpo nell’atto del nutrirsi e su come le regole di comportamento “a tavola”- la postura dei corpi, la loro disposizione, relazione e distanza, i gesti e il ritmo del nutrirsi,  i suoni e le parole – siano condizionate dalla cultura e dal contesto sociale.

In Senegal si mangia in silenzio, si mangia per mangiare, per nutrirsi.
Il cibo è oggetto di nutrimento e non rimanda ad altro, non annuncia, ammicca o suggerisce.
Semplicemente è esposto per essere consumato.
Presentato nella sua forma essenziale, un solo piatto una sola portata.
Gli avanzi sono subito ridistribuiti e consumati, da esseri umani o animali.

Si mangia in cerchio attorno a un grande piatto circolare.
Il cerchio accoglie e contiene le persone in tutte le occasioni di incontro e partecipazione sociale: cerimonie, feste, riunioni, danze, pasti.

Il movimento attorno al piatto ricorda un’improvvisazione in danza o in musica: la parte di cibo di uno è parte della parte di tutti, il ritmo individuale del nutrirsi si deve adattare al ritmo del gruppo, chi arriva in ritardo si aggiunge e chi ha già finito se ne va.

Un mangiare di gesti: mani alla bocca, mani sospese in aria, lingua che rapida va a leccare il cibo, mani che spezzettano pezzi di carne e con un gesto delicato li sparpagliano qua e là affinché tutto il cerchio mangi.
Corpi ripiegati verso la terra a piedi scalzi, corpi prossimi uno all’altro.
Corpi che mangiano.