primo fiore: rosa, creazione

installazione corporea per corpo e spettatore solo

una stanza
un corpo vivo
immobile
un solo spettatore per volta entrerà in questo spazio intimo
un dialogo silenzioso

il corpo esige attenzione: esposto nudo allo sguardo sul letto-ostensorio, di fronte alla poltrona-platea dello spettatore unico.
è un corpo originario-primigenio, corpo ingenuo: non spogliato, mai vestito.
e l’abito rosso è lì in attesa: per altre età.
lo sguardo è un sorriso arcaico a guardare chi guarda: la vera provocazione di questo teatro minimo-minimale.
chi guarda? chi è guardato?: il teatro è spinto al suo limite estremo, al confine incerto attore-spettatore, alla rottura del gioco normalizzato, fino al ribaltamento dei ruoli.
sguardo-specchio di occhi che guardano occhi: e sono solo due corpi a interrogarsi muti del sé e dell’altro, a dirsi che non sanno più nulla di questo gioco schiantato.

 

incontro il tuo sguardo e non posso dimenticarmene: sguardo riflesso dei tuoi occhi
che guardano come i miei, a chiedermi di essere quello che sono.
perché qualcosa accada: per poter diventare.
luca migliaccio